“Per un fotografo parlare di sguardo è come per un artista parlare di creatività, per un fornaio parlare di farina, per un sacerdote parlare di anima.” Oliviero Toscani

    

In alcuni paesi del mondo, principalmente tra le popolazioni aborigene di Africa e Sud America, è ancora diffusa la credenza secondo la quale la propria immagine, che sia essa riflessa in uno specchio, dipinta in un ritratto o catturata da una macchina fotografica, riesca a trattenere qualcosa del soggetto fino addirittura ad imprigionarne l’anima.

Ho trovato questa credenza davvero affascinante, forse perché ha inevitabilmente portato alla mia mente il famosissimo romanzo di Oscar Wilde, “Il ritratto di Dorian Grey”, o più probabilmente perché in un certo qual modo ne condivido il pensiero, credo anche io che scattando una foto non si stia semplicemente premendo un pulsante e impressionando la pellicola o il sensore, che dietro quel gesto che ai più pare insignificante, si nasconda un significato molto più profondo.

 

Nel mio viaggio in Perù ho avuto la fortuna di incrociare sguardi bellissimi, tanto profondi quanto intensi, tutti che sembravano voler raccontare qualcosa che le parole non potevano, vuoi per le differenze idiomatiche, vuoi per la semplicità e la potenza unica che uno sguardo ha di esprimere e suscitare sensazioni.

 

In quei casi, utilizzavo la macchina fotografica come fosse una tela su cui dipingere, una pagina bianca tutta da scrivere, ho cercato di “rubare” un po’ di quelle persone per riportarle con me una volta finito il viaggio, un ricordo molto più intenso di quanto sia possibile trovare nei negozi di souvenir, molto più vivido e importante di qualsiasi calamita da attaccare al frigo di casa una volta tornato. Ogni volta che riguardo quegli scatti infatti ho come l’impressione di essere nuovamente tra le strade di Cusco, tra le rovine del Machu Picchu, a riva delle acque del Lago Titicaca o al mercato centrale di Arequipa, sento gli odori, i rumori, gli sguardi curiosi addosso, ma soprattutto sento l’intesa particolare che si crea quando una persona decide di regalarti un po’ di sé facendosi immortalare in una foto.

Oddio, regalare…diciamo che in Perù più che “rubare” un po’ di anima, la compri, perché tutto ha un prezzo, soprattutto le fotografie!